domingo, 29 de mayo de 2011
Palabras para Julia
Tú no puedes volver atrás
porque la vida ya te empuja
como un aullido interminable.
Hija mía, es mejor vivir
con la alegría de los hombres,
que llorar ante el muro ciego.
Te sentirás acorralada,
te sentirás perdida o sola,
tal vez querrás no haber nacido.
Yo sé muy bien que te dirán
que la vida no tiene objeto,
que es un asunto desgraciado.
Entonces siempre acuérdate
de lo que un día yo escribí
pensando en ti como ahora pienso.
Un hombre solo, una mujer
así tomados, de uno en uno,
son como polvo, no son nada.
Pero yo cuando te hablo a ti,
cuando te escribo estas palabras,
pienso también en otros hombres.
Tu destino está en los demás,
tu futuro es tu propia vida,
tu dignidad es la de todos.
Otros esperan que resistas,
que les ayude tu alegría,
tu canción entre sus canciones.
Entonces siempre acuérdate
de lo que un día yo escribí
pensando en ti como ahora pienso.
Nunca te entregues ni te apartes
junto al camino, nunca digas
no puedo más y aquí me quedo.
La vida es bella, tú verás
como a pesar de los pesares
tendrás amor, tendrás amigos.
Por lo demás no hay elección
y este mundo tal como es
será todo tu patrimonio.
Perdóname, no sé decirte
nada más, pero tú comprende
que yo aún estoy en el camino.
Y siempre siempre acuérdate
de lo que un día yo escribí
pensando en ti como ahora pienso
José Agustín Goytisolo
porque la vida ya te empuja
como un aullido interminable.
Hija mía, es mejor vivir
con la alegría de los hombres,
que llorar ante el muro ciego.
Te sentirás acorralada,
te sentirás perdida o sola,
tal vez querrás no haber nacido.
Yo sé muy bien que te dirán
que la vida no tiene objeto,
que es un asunto desgraciado.
Entonces siempre acuérdate
de lo que un día yo escribí
pensando en ti como ahora pienso.
Un hombre solo, una mujer
así tomados, de uno en uno,
son como polvo, no son nada.
Pero yo cuando te hablo a ti,
cuando te escribo estas palabras,
pienso también en otros hombres.
Tu destino está en los demás,
tu futuro es tu propia vida,
tu dignidad es la de todos.
Otros esperan que resistas,
que les ayude tu alegría,
tu canción entre sus canciones.
Entonces siempre acuérdate
de lo que un día yo escribí
pensando en ti como ahora pienso.
Nunca te entregues ni te apartes
junto al camino, nunca digas
no puedo más y aquí me quedo.
La vida es bella, tú verás
como a pesar de los pesares
tendrás amor, tendrás amigos.
Por lo demás no hay elección
y este mundo tal como es
será todo tu patrimonio.
Perdóname, no sé decirte
nada más, pero tú comprende
que yo aún estoy en el camino.
Y siempre siempre acuérdate
de lo que un día yo escribí
pensando en ti como ahora pienso
José Agustín Goytisolo
domingo, 22 de mayo de 2011
Tiramisù, ricetta ed origini
Le origini del Tiramisù sono molto incerte perché ogni regione vorrebbe aver "inventato" questa prelibatezza: per questo motivo è nata una sorta di contesa tra Toscana, Piemonte e Veneto.
Moltissime sono le leggende legate a questo dolce a cui vennero attribuite addirittura qualità afrodisiache.
La versione ufficiala colloca la nascita del tiramisù nel XVII secolo a Siena quando alcuni pasticceri, in vista dell'arrivo del Granduca di Toscana Cosimo de Medici, decisero di preparare un dolce per celebrare la sua grandezza.
Decisero così che il dolce doveva rispecchiare la personalità del Granduca: doveva quindi essere un dolce importante e gustoso ma allo stesso tempo preparato con ingredienti semplici e, cosa importante, doveva essere estremamente goloso poiché Cosimo amava letteralmente i dolci.
Così fu realizzato il nostro Tiramisù che all'epoca era chiamato "zuppa del duca" proprio in onore di Cosimo de Medici che portò con se la ricetta a Firenze facendola conoscere in tutta Italia.
La leggenda racconta inoltre, che la zuppa del duca divenne il dolce preferito dai nobili che gli attribuivano proprietà afrodisiache ed eccitanti: da qui il nome Tiramisù.
La versione non ufficiale, invece, narra che a inventare il Tiramisù sia stato un pasticcere torinese in onore di Camillo Benso conte di Cavour per sostenerlo nella sua difficile impresa di unificare l'Italia.
Anche il Veneto ha una sua versione in merito: sembra che il tiramisù sia stato inventato nel ristorante "el Toulà" di Treviso situato all'epoca nei pressi di una casa chiusa e servito appunto per "tirare su" .
Ricetta:
http://ricette.giallozafferano.it/Tiramisu.html
Moltissime sono le leggende legate a questo dolce a cui vennero attribuite addirittura qualità afrodisiache.
La versione ufficiala colloca la nascita del tiramisù nel XVII secolo a Siena quando alcuni pasticceri, in vista dell'arrivo del Granduca di Toscana Cosimo de Medici, decisero di preparare un dolce per celebrare la sua grandezza.
Decisero così che il dolce doveva rispecchiare la personalità del Granduca: doveva quindi essere un dolce importante e gustoso ma allo stesso tempo preparato con ingredienti semplici e, cosa importante, doveva essere estremamente goloso poiché Cosimo amava letteralmente i dolci.
Così fu realizzato il nostro Tiramisù che all'epoca era chiamato "zuppa del duca" proprio in onore di Cosimo de Medici che portò con se la ricetta a Firenze facendola conoscere in tutta Italia.
La leggenda racconta inoltre, che la zuppa del duca divenne il dolce preferito dai nobili che gli attribuivano proprietà afrodisiache ed eccitanti: da qui il nome Tiramisù.
La versione non ufficiale, invece, narra che a inventare il Tiramisù sia stato un pasticcere torinese in onore di Camillo Benso conte di Cavour per sostenerlo nella sua difficile impresa di unificare l'Italia.
Anche il Veneto ha una sua versione in merito: sembra che il tiramisù sia stato inventato nel ristorante "el Toulà" di Treviso situato all'epoca nei pressi di una casa chiusa e servito appunto per "tirare su" .
Ricetta:
http://ricette.giallozafferano.it/Tiramisu.html
sábado, 21 de mayo de 2011
Piatti Tipici Irpini: La Cucina Avellinese nel Borgo Terminio Cervialto - COL -
Cecaluccoli con ragù di agnello (pasta di grano tenero)
A partire dal XVII secolo, la gastronomia picentina, così come quella di tutta Europa, ha iniziato ad introdurre i prodotti del Nuovo Mondo acquisendo nuovi ingredienti che alla fine ne hanno cambiato spesso il carattere, basti pensare al ruolo del pomodoro. Ben presto ci si rese conto che proprio dal pomodoro si poteva ottenere deliziosi sughi per condire la pasta (tipo il ragù). Così i cecaluccoli e tanti altri tipi di pasta fresca, che fino a quel momento erano stati abbinati solo con i ceci ed i fagioli, ebbero nuova vita.
Carne di maiale con peperoni sottaceto (Nusco)
È un piatto di carne che durante le feste, specie quella patronale, non manca mai sulla tavola dei nuscani. L'abbinamento nasce dalla necessità di rendere meno pesante ed alleggerire la sensazione di grasso della carne.
Piatti Tipici Irpini: La Cucina Avellinese nel Borgo Terminio Cervialto - COL -
A partire dal XVII secolo, la gastronomia picentina, così come quella di tutta Europa, ha iniziato ad introdurre i prodotti del Nuovo Mondo acquisendo nuovi ingredienti che alla fine ne hanno cambiato spesso il carattere, basti pensare al ruolo del pomodoro. Ben presto ci si rese conto che proprio dal pomodoro si poteva ottenere deliziosi sughi per condire la pasta (tipo il ragù). Così i cecaluccoli e tanti altri tipi di pasta fresca, che fino a quel momento erano stati abbinati solo con i ceci ed i fagioli, ebbero nuova vita.
Carne di maiale con peperoni sottaceto (Nusco)
È un piatto di carne che durante le feste, specie quella patronale, non manca mai sulla tavola dei nuscani. L'abbinamento nasce dalla necessità di rendere meno pesante ed alleggerire la sensazione di grasso della carne.
Piatti Tipici Irpini: La Cucina Avellinese nel Borgo Terminio Cervialto - COL -
domingo, 8 de mayo de 2011
Poesia in dialetto nuscano
Cara Julia ti dedico questa mia poesia in dialetto nuscano
Oh terra maliretta!
quanda Carmelu,
Quanda Cungettu
Hannu scrittu a làcrumu
Letteru mai arruvatu.
I’ t’aggi visitatu;
Uva matura, vinu casero,
Addoru ri castagni…
E li paisani abballanu,
Tangos e trandellu;
Mishcannu l’urganettu
A lu bandoneonu.
E lu solu luci
Quann’a Nuscu è mezzanottu;
Andò li Fuluppotti,
Li Prosca e li Casieri
Sò com’a casa loru
E l’Indios è stranieru.
San Miguel, senza mundagnu
Pu fa nasci lu solu.
Lu solu è ind’a lu coru
Nuschisi r’Argendina.
Pietro Russo
On FB Per non dimenticare nostro caro dialetto nuscano
Oh terra maliretta!
quanda Carmelu,
Quanda Cungettu
Hannu scrittu a làcrumu
Letteru mai arruvatu.
I’ t’aggi visitatu;
Uva matura, vinu casero,
Addoru ri castagni…
E li paisani abballanu,
Tangos e trandellu;
Mishcannu l’urganettu
A lu bandoneonu.
E lu solu luci
Quann’a Nuscu è mezzanottu;
Andò li Fuluppotti,
Li Prosca e li Casieri
Sò com’a casa loru
E l’Indios è stranieru.
San Miguel, senza mundagnu
Pu fa nasci lu solu.
Lu solu è ind’a lu coru
Nuschisi r’Argendina.
Pietro Russo
On FB Per non dimenticare nostro caro dialetto nuscano
Suscribirse a:
Entradas (Atom)